Come Misurare la Saturazione dell'Ossigeno nel Sangue

Опубликовал Admin
26-01-2021, 11:40
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Pulsiossimetria ed emogasanalisi sono tecniche diagnostiche per misurare la quantità di ossigeno presente nel sangue. Nelle persone sane la saturazione normale dell'ossigeno è compresa fra il 97 e il 99%. Quando questo valore è troppo basso, si parla di ipossiemia. Il dottore potrebbe consigliarti di misurare l'ossigenazione del sangue in vista di qualche procedura medica o se soffri di diverse patologie. La pulsiossimetria e l'emogasanalisi sono ampiamente utilizzate; la seconda è più precisa, mentre la prima permette un monitoraggio prolungato.

Misurare la Saturazione dell'Ossigeno nel Sangue con l'Emogasanalisi

  1. Vai dal medico per sottoporti a una emogasanalisi. Il tuo dottore o un altro professionista sanitario può misurare con precisione la quantità di ossigeno presente nel sangue grazie a tecniche e strumentazioni avanzate. Questo test potrebbe rendersi necessario prima di un intervento chirurgico o di altre procedure, così come nel caso soffrissi di determinate patologie come:
    • Apnea nel sonno;
    • Infarto o insufficienza cardiaca congestizia;
    • Broncopneumopatia cronica ostruttiva;
    • Anemia;
    • Cancro polmonare;
    • Asma;
    • Polmonite;
    • Fibrosi cistica;
    • L'utilizzo - o la necessità di usare - dei dispositivi di ventilazione meccanica per aiutarti a respirare.
  2. Preparati per la procedura. Sebbene l'emogasanalisi sia un test comune e piuttosto sicuro, devi comunque essere preparato. Chiedi maggiori informazioni al medico per comprendere l'esame e non esitare a porgli tutte le domande che ritieni opportune. Puoi aiutare il medico informandolo se:
    • Soffri o hai sofferto di problemi emorragici;
    • Sei in terapia anticoagulante, ad esempio con l'aspirina o il warfarin (Coumadin);
    • Stai assumendo dei farmaci;
    • Soffri di allergie note ad anestetici o medicinali.
  3. Sii consapevole dei rischi. L'emogasanalisi è una procedura di routine ed esistono poche possibilità che conduca a gravi conseguenze. I possibili rischi minori sono:
    • Piccolo ematoma sul sito del prelievo arterioso. Applica pressione sulla zona per almeno 10 minuti dopo l'estrazione del sangue, per ridurre le probabilità che si formi un livido.
    • Sensazione di capogiri, stordimento oppure nausea mentre viene eseguito il prelievo arterioso.
    • Sanguinamento prolungato. Si tratta di un possibile rischio se soffri di disturbi della coagulazione o se stai assumendo farmaci anticoagulanti come l'aspirina o il warfarin.
    • Ostruzione arteriosa. Se l'ago danneggia un nervo o l'arteria, questa potrebbe bloccarsi. Si tratta di un'evenienza rara.
  4. Lascia che il medico scelga il sito per il prelievo. Per misurare la saturazione ematica dell'ossigeno con questo metodo, il sangue deve essere estratto da un'arteria. In genere, si sceglie quella radiale in prossimità del polso, anche se è possibile procedere con un vaso sanguigno all'inguine (arteria femorale) o sopra il gomito (arteria brachiale). Per estrarre il campione di sangue viene usato un ago.
    • Dovrai sederti durante la procedura e dovrai distendere il braccio appoggiandolo in maniera confortevole su una superficie.
    • Il medico o l'infermiere palperà il polso per percepire il battito cardiaco e verificare il flusso di sangue nelle arterie (test di Allen).
    • Se nel braccio c'è un catetere per la dialisi oppure il sito del prelievo è infiammato o infetto, si sceglierà un'altra zona per procedere all'emogasanalisi.
    • Si utilizza il sangue arterioso perché in questo modo si può calcolare la quantità di ossigeno prima che questo raggiunga i tessuti dell'organismo. Tale procedura fornisce dati più precisi.
    • Se stai seguendo una terapia con ossigeno, il medico potrebbe interromperne la somministrazione nei 20 minuti precedenti il prelievo (a meno che tu non ne possa fare a meno), in modo da ottenere dei valori reali di ossigenazione.
  5. Lascia che l'infermiere o il medico prelevi un campione di sangue. Una volta scelto il punto di estrazione, verrà preparata la zona e si utilizzerà un ago.
    • Per prima cosa, la cute verrà disinfettata con l'alcol. Potrebbe anche venirti somministrato un anestetico locale per iniezione, in modo da intorpidire l'area.
    • L'ago bucherà la pelle e il sangue riempirà una siringa. Ricorda di respirare normalmente quando il sangue inizierà a scorrere. Se non ti è stato dato un anestetico, questa fase della procedura potrebbe essere dolorosa.
    • Quando la siringa è piena, verrà tolto l'ago e l'infermiere applicherà una garza o un batuffolo di ovatta sopra il foro.
    • La zona verrà coperta con un cerotto. Dovrai premere sulla pelle per 5-10 minuti, per fermare il sanguinamento. Se stai assumendo dei medicinali anticoagulanti o soffri di disturbi emorragici, il medico o l'infermiere ti diranno di mantenere la pressione per un tempo maggiore.
  6. Rispetta le indicazioni post-prelievo. Nella maggioranza dei casi, i pazienti che si sottopongono a un'emogasanalisi si riprendono rapidamente dal lieve disagio senza alcuna complicazione. Tuttavia, i primi tempi devi essere piuttosto cauto quando usi la gamba o il braccio da cui è stato prelevato il sangue. Evita di sollevare e trasportare oggetti pesanti nelle prime venti ore successive.
    • Se hai problemi di sanguinamento prolungato dal sito del prelievo o altri disturbi inaspettati, contatta il medico.
  7. Aspetta che il campione venga inviato al laboratorio. Dopo il prelievo, il medico invia la fiala con il sangue al laboratorio per eseguire le analisi. I tecnici utilizzeranno degli strumenti speciali per misurarne la saturazione di ossigeno.
    • Il tempo necessario per ottenere i risultati dell'emogasanalisi varia in base al laboratorio a cui è stato inviato il campione. Il medico saprà darti maggiori informazioni in merito.
    • In casi di emergenza, soprattutto se ti trovi in ospedale, i risultati sono disponibili entro pochi minuti. Chiedi al medico di dirti quanto dovrai attendere per ricevere gli esiti.
  8. Interpreta i dati. L'emogasanalisi fornisce la pressione parziale dell'ossigeno e dell'anidride carbonica presenti nel sangue; questi valori sono più specifici e utili rispetto alle percentuali rilevate dalla pulsiossimetria. I valori normali per l'ossigeno rientrano in un intervallo compreso fra 75 e 100 mmHg (l'unita di misura della pressione), mentre quelli per l'anidride carbonica dovrebbero rientrare tra 38 e 42 mmHg. Il medico ti spiegherà le implicazioni dei risultati e sottolineerà che il valore "normale" dipende da una serie di fattori, fra cui:
    • L'altitudine a cui ti trovi rispetto al livello del mare;
    • Le procedure utilizzate dal particolare laboratorio che si è occupato delle analisi;
    • L'età;
    • La febbre o la temperatura corporea bassa;
    • La presenza di alcune patologie come l'anemia;
    • Se hai fumato prima del test.

Misurare la Saturazione dell'Ossigeno nel Sangue con un Pulsiossimetro

  1. Contatta il medico per sottoporti a una pulsiossimetria. La procedura prevede la misurazione della saturazione dell'ossigeno nel sangue grazie al passaggio di una luce attraverso i tessuti. Questo esame potrebbe rendersi necessario prima di un intervento chirurgico o di un'altra procedura medica oppure nel caso soffrissi di qualche malattia come:
    • Apnea nel sonno;
    • Infarto o insufficienza cardiaca congestizia;
    • Broncopneumopatia cronica ostruttiva;
    • Anemia;
    • Cancro polmonare;
    • Asma;
    • Polmonite;
    • Fibrosi cistica;
    • L'utilizzo - o la necessità di utilizzare - dei dispositivi di ventilazione meccanica per aiutarti a respirare.
  2. Preparati per la procedura. La pulsiossimetria è una tecnica non invasiva per misurare la quantità di ossigeno presente nel sangue; la preparazione all'esame è quindi solitamente davvero minima. Tuttavia, il medico ti spiegherà le fasi successive e risponderà alle tue domande.
    • Dovrai togliere lo smalto per unghie, se ce l'hai.
    • In base alla tua storia clinica e alle tue condizioni di salute, il dottore ti fornirà specifiche istruzioni sulla preparazione.
  3. Sii consapevole dei rischi. Sono pochissimi quelli associati alla pulsiossimetria. Si tratta di complicazioni davvero minime:
    • Irritazione cutanea nel sito di applicazione. Questa potrebbe essere la conseguenza di applicazioni ripetute o prolungate del sensore.
    • Dati imprecisi nel caso di inalazione di fumo o monossido di carbonio;
    • Il medico ti informerà se esiste la possibilità di ulteriori complicazioni in base alla tua particolare situazione.
  4. Lascia che il dottore prepari il sensore. Durante la pulsiossimetria viene usato un dispositivo simile a una clip, chiamato sonda. Questo contiene una fonte di luce, un rilevatore e un microprocessore. La luce emessa dalla fonte collocata su un lato della sonda attraversa la cute del paziente e raggiunge il rilevatore che si trova sul lato opposto. Il microprocessore esegue dei calcoli in base alle informazioni ricevute dal rilevatore e fornisce la percentuale di ossigenazione del sangue con un margine d'errore davvero minimo.
  5. Lascia che l'operatore sanitario attacchi la sonda al tuo corpo. In genere viene applicata a un dito, all'orecchio o al naso. Il sensore sfrutterà la luce per misurare la quantità di ossigeno presente nel sangue.
    • Questo metodo ha il grande vantaggio di essere indolore e non invasivo, dato che non si utilizzano aghi.
    • Tuttavia, non è preciso quanto l'emogasanalisi e, in alcune circostanze, è necessario sottoporre il paziente a entrambi i test.
    • La sonda non può essere connessa a una zona del corpo che si muove troppo, che è soggetta a tremori o ha dei lividi. Ad esempio, se hai un ematoma nero sotto l'unghia del dito, il medico applicherà il sensore all'orecchio.
  6. Aspetta che il sensore rilevi i dati. Il microprocessore del dispositivo confronterà la trasmissione di due lunghezze d'onda di luce - rossa e infrarossa - dato che queste sono in grado di attraversare la pelle relativamente sottile del dito, dell'orecchio o di un'altra zona del corpo. L'emoglobina legata all'ossigeno assorbe una quantità maggiore di luce infrarossa, mentre quella non legata assorbe più luce rossa. Il sensore calcola la differenza fra questi due valori e fornisce le informazioni in merito al livello di saturazione dell'ossigeno nel sangue.
  7. Togli la sonda. Se devi sottoporti a un solo test, il sensore può essere rimosso al termine di tutti i rilevamenti necessari per eseguire i calcoli ed elaborare le informazioni. In certe situazioni (ad esempio in presenza di patologie cardiache congenite), il medico ti chiederà di tenere la sonda per un monitoraggio continuo. In tal caso, toglila solo quando te lo dirà il dottore.
  8. Rispetta le istruzioni post-esame. Di solito, non ci sono specifiche restrizioni da seguire dopo una pulsiossimetria e puoi tornare immediatamente alle normali attività quotidiane. In base alle tue specifiche condizioni di salute, il medico potrebbe comunque darti delle istruzioni particolari.
  9. Interpreta i risultati. Una volta ottenuti gli esiti del test, il medico vorrà discuterli con te. Quando la saturazione dell'ossigeno del sangue raggiunge il 95%, viene considerata normale. Il medico valuterà le implicazioni dei risultati e ti spiegherà che alcuni fattori possono alterarli, ad esempio:
    • Riduzione della circolazione sanguigna periferica;
    • Luci che hanno colpito la sonda;
    • Movimento del sito in cui è stata applicata la sonda;
    • Anemia;
    • Sito di applicazione troppo freddo o troppo caldo;
    • Sudore sul dito di applicazione;
    • Somministrazione recente di liquido di contrasto;
    • Fumo.

Consigli

  • Esistono dei metodi specifici per eseguire una pulsiossimetria con gli smartphone o altri dispositivi elettronici disponibili per il grande pubblico. Si tratta di tecniche ancora in via di sviluppo, chiedi quindi il parere del medico prima di utilizzarle.
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